News

Shreshta Rit Premnath, Suspending Time for 2’40” | A-Ghost City [Nightwalks]

Suspending Time for 2'40" | A-Ghost City [Nightwalks], 24 agosto 2017, Porta Maggiore

Suspending Time for 2’40” | A-Ghost City [Nightwalks], 24 agosto 2017, Porta Maggiore

Suspending Time for 2’40” | A-Ghost City [Nightwalks]

A-Ghost City [Nightwalks]

La carovana si è mossa alla deriva nella notte, inseguendo luci ed ombre, sogni e bisogni, ricordi e desideri di una città che svanisce ogni giorno alle prime luci dell’alba. Sette appuntamenti al buio, sotto l’arco di sette delle principali porte della città, per ritrovarsi e uscire con chi di notte, d’agosto, non riesce ad andare a letto e chi un letto non ce l’ha, con chi è rimasto a Roma e chi è appena rientrato o arrivato, con chi non parla una parola d’italiano e chi non capisce una parola d’inglese, con chi non sa dove si trova né come ci è arrivato e chi conosce ogni singolo sasso del quartiere, con chiunque ha curiosità e piacere di incontrare l’Altro.

 

In occasione dei 40 anni dell’Estate Romana, il collettivo Stalker e il gruppo informale No Working hanno realizzato il progetto A-ghost city [Nightwalks] un ciclo di esplorazioni cittadine, alla scoperta di una Roma diversa e imprevedibile. Dal 15 al 31 agosto, ogni due giorni, dalle 23.30 alle 6.00 (del giorno seguente) artisti e partecipanti hanno svolto insieme sette camminate notturne, a partire da altrettante porte storiche romane.
Porta San Giovanni, Porta del Popolo, Porta Pia, Porta Tiburtina, Porta San Paolo, Porta Portese e Porta Maggiore sono state attraversate per uscire dal centro cittadino e scoprire le aree limitrofe esterne alla cinta muraria, per osservarne i luoghi durante quelle ore in cui il buio e il silenzio modificano i paesaggi umani e architettonici. Le camminate sono state accompagnate da lezioni, performance, living monuments, danze, tenute da Stalker, dalle associazioni, dagli enti partner e da ospiti che hanno caratterizzato ciascuna camminata offrendo un fil rouge alle esplorazioni di luoghi lungo il percorso, alle attività da svolgere e agli incontri possibili. Un dispositivo mobile realizzato in autocostruzione, la Ruota, ha accompagnato i nightwalkers per offrire da bere e un supporto logistico durante lo svolgimento delle camminate.

Durante la camminata partita da Porta Maggiore si è svolta l’azione Suspending Time for 2’40”, ideata dall’artista Shreshta Rit Premnath e a cura di ALAgroup.

A New York abbiamo visto l’eclissi parziale – circa il 70% del sole era coperto. La temperatura è scesa leggermente e la luce sembrava serale pur essendo a mezzogiorno. Megan è andata in Illinois per vedere l’eclissi totale, che sembrava spettacolare. La luce del sole improvvisamente è svanita, come quelle di una candela spenta da un soffio, e il buio è calato per 2 minuti e 40 secondi.

La mia esperienza a New York è stata meno impressionante e la mia registrazione audio è quella di un qualsiasi giorno a Brooklyn – traffico, gente che parla, ecc… – Per guardare il sole andavano usati vetri speciali per non danneggiare gli occhi, quindi non sono neanche riuscito a fare fotografie interessanti. Mi dispiace, ma sembra che la mia idea del momento dell’eclissi fosse più interessante di quanto non lo sia stata in realtà! Ci sarà una nuova eclissi totale di sole visibile negli USA nel 2024 e credo che in quel caso andrò in un posto dove possa ammirarla in tutta la sua magnificenza!

Un pensiero che avevo avuto era una sorta di citazione di 4?33″ di John Cage. Vi propongo di usare il tempo dell’eclissi totale di sole come uno spazio di possibilità o un portale. Per la vostra camminata notturna del 24 agosto vi propongo di fare un’esperienza di buio totale per 2’40”. Con gli occhi chiusi, provate ad arrivare alla fine del tempo.

Vi suggerisco questa azione in parte per il mio interesse (che credo sia anche il vostro) al pensiero di Krishnamurti. In un confronto con il fisico David Bohm, Krishnamurti avanzò l’ipotesi che la conflittualità umana sia nel nostra essere nel tempo, e che la fine delle sofferenze possa essere sinonimo della fine del tempo.

“K: La memoria è memoria delle esperienze, di ferite, di attaccamenti materiali, di tutto ciò. Ora, può questo arrivare a una fine? Certamente. Questo è il punto: può arrivare a una fine quando la reale percezione si chiede cos’è? Cosa ferisce? Qual è il danno psicologico? La sua percezione è la sua fine. Non il suo proseguirla oltre, che è il tempo. La sua vera fine è la fine del tempo. Credo sia chiaro. X è addolorato, ferito dall’infanzia. E ascoltando, parlando, discutendo, realizza che la continuazione del dolore è il tempo. Per risollevarsi, il tempo deve fermarsi. Quindi si chiede se il suo dolore può finire immediatamente, istantaneamente.”

La mia proposta, dunque, è di usare il tempo dell’eclissi, 2’40” come un portale attraverso il quale fare esperienza della fine del tempo. Non so come possa accadere. Credo sia un’azione che ciascuno debba affrontare nel proprio modo.
In effetti, tale portale potrebbe essere aperto in qualsiasi momento.

Shreshta Rit Premnath

Lettera originale

Dear ALAgroup,

My own experience in New York was a lot less dramatic and my recording of the sound is like any day in brooklyn–traffic, people talking etc., etc. Also, we had to look at the sun through special glasses to see the eclipse without hurting our eyes, so I don’t have any pictures of interest either.
I’m sorry about this, but it seems like my thoughts before the eclipse were a lot more interesting than those after! There will be another total solar eclipse visible from the US in 2024 and I think I will travel to a place where I can experience it in its full glory!
One thought I had was  a kind of quotation of John Cage’s 4’33”. I propose that AlaGroup use this duration of the total solar eclipse as a space of possibility, or a portal. Before you begin your night walk on the 24th, I propose that you experience total darkness for 2’40″. With your eyes closed, I want you to try and end time.
I suggest this, in part from my interest (yours as well I think) in J Krishnamurti’s thinking. In a conversation with the physicist David Bohm, Krishnamurti proposes that all human conflict is situated in our being through time, and that the ending of suffering is synonymous with the ending of time.

“K: The memory of experiences, hurts, attachments, the whole of it. Now can that come to an end? Of course it can. This is the point: it can come to an end when the very perception asks, what is it? What is hurt? What is psychological damage? The perception of it is the ending of it. Not carrying it over, which is time. The very ending of it is the ending of time. I think that is clear. `X’ is hurt, wounded from childhood. And he, by listening, talking, discussing, realizes that the continuation of the hurt is time. And to find out the ground, time must end. So he says, can my hurt end instantly, immediately?”

My proposal then, is to use the time of the eclipse, 2’40” as a portal through which to experience the ending of time. I don’t know how this is done. I think it’s a proposal that each person will grapple with in their own way. Indeed, it may be a portal that can be opened up at any time at all.

Shreshta Rit Premnath